ANIMAZIONE – DURATA 96′ – USA
LA TRAMA
Turbo è una lumaca da giardino che sogna di diventare il più grande corridore del mondo ed emulare il suo idolo Guy Gagné, cinque volte campione della 500 miglia di Indianapolis. L'ossessione per la velocità ha fatto di Turbo un outsider della comunità di lumache e ha creato forte imbarazzo anche al fratello maggiore Chet quando accade qualcosa di impensabile. Uno strano incidente dona a Turbo una velocità incredibile che lo spinge a imbarcarsi in una straordinaria avventura per competere contro i migliori partecipanti della IndyCar.
C’è poco o nulla di originale in "Turbo". Le cose belle riguardano come al solito i particolari umanizzati degli animali, con gli occhi dell’eroe lumachina pronti a diventare pugni da sbattere per la disperazione, fari abbaglianti o led di un’autoradio tamarra. Ma la malinconica gentilezza delle espressioni di "Ratatouille" resta un miraggio e di fronte al piccolo Turbo, per quanto pasticcione e simpatico, non scatta la scintilla, fondamentale in una animazione, che trasforma il freak in «uno di noi» e al tempo stesso lo esalta come essere unico. Sarà perché questo ennesimo elogio della diversità in chiave americana in realtà non fa altro che inseguire modelli noti: non tanto, o non solo, nella narrazione, quanto soprattutto nell’immaginario visivo, sulla cultura hip hop tutta spacconate ad alto volume e su una mitologia anni '80.
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